L'articolo che segue è tratto da una pubblicazione del 1829 intitolata "The Casket. Flowers of Literature, Wit & Sentiment".
Ammira tutte le opere della natura nel suo vasto regno,
Dal nero al bianco, dal bianco al nero di nuovo;
Guarda tutti i suoi colori, mescolati, mischiati e sparsi,
E noterai che quello in cui si diletta maggiormente è il rosso.
Sia superbo che sgargiante, sia semplice che sublime,
è sempre stato così fin dall'inizio dei tempi.
Ho scelto l'argomento del mio saggio non solo perché è originale, ma anche perché desidero dimostrare, con tanto di prove, che il genio dipende in larga parte dal colore dei capelli; anche se i figli del genio devo aver chiaro ciò che insegna la filosofia, e cioè che ogni regola ha le sue eccezioni. Essendo un argomento originale, il lettore forse resterà sorpreso dalla premessa, ma confido che, dopo aver ragionato sull'argomento, converrà con l'autore che i principi sono stati concepiti in maniera corretta e la tesi accuratamente dimostrata.
Ultimamente, il pregiudizio ha prevalso sul gusto che un tempo c'era per i capelli rossi, e oggi la bellezza è mortificata a quest'idea. Ma tutto questo dipende dai dettami del pregiudizio e da un gusto fasullo. Infatti ai tempi dell'antica Roma, che diede leggi, cultura e mode al mondo, i capelli rossi erano tenuti in grandissima considerazione. Le matrone romane portavano sulla testa delle torri di capelli appositamente acquistati, fatte a più piani e composte di trecce, nodi e riccioli e che alla fine somigliavano a un edificio. A volte davano alla capigliatura un aspetto militare, che ricordava un po' uno scudo o un elmo. Indossavano anche un copricapo chiamato mitra e alcuni ornamenti per la testa che erano considerati simboli di modestia e virtù.
I colori chiari erano lo standard della moda e piacevano così tanto che uomini e donne si tingevano in modo da rendere i propri capelli più brillanti. Vi venivano anche applicati profumi ed essenze per lucidarli. Non era insolito che venissero coperti con una leggera polvere d'oro, per renderli ancora più lucenti. Questa moda proveniva dall'Asia e il celebre Flavio Giuseppe c'informa che quest'abitudine era diffusa a livello quasi generale tra gli ebrei. Gli imperatori Varo e Gallieno adottarono lo stesso espediente, ed Erodiano scrive che i capelli di Commodo erano così rossi e splendenti che quando egli era sole la sua testa sembrava che andasse a fuoco. Gli antichi adornavano i capelli solo con tinte o polvere, poiché nessun autore nomina la cipria che viene usata oggi. I padri della chiesa, che erano piuttosto severi nei loro rimproveri, rispettando gli artifici utilizzati dalle donne per aumentare il loro fascino, non dicono nulla della cipria, che non è nominata nemmeno dagli autori degli antichi romanzi, che pure descrivono con sorprendente accuratezza tutti i dettagli degli ornamenti maschili e femminili. Né è osservabile nei dipinti degli antichi pittori, che erano molto precisi circa vestiti e decorazioni.
Nei tempi antichi, i francesi adoravano la bellezza e l'aspetto superbo dei capelli rossi. La storia ci dice che Margherita di Valois era così seccata e contrariata dall'avere i capelli corvini che ricorse a ogni artificio pur di cambiare quell'odioso colore. La cipria per capelli viene menzionata per la prima volta nel diario dello scrittore francese L'Etoile, nel 1598. Egli ci informa che le suore camminavano per le strade di Parigi con i capelli arricciati e incipriati. Da quel momento in poi la cipria divenne di moda e dalla Francia si diffuse in tutti i paesi più raffinati d'Europa.
Un originale scrittore francese, parlando dei capelli rossi, dice che la ragione per cui il mondo ne parla male è perché pochi hanno l'onore di averli. Su cento signore, a malapena una li avrà, e questo perché per essere inviati dal cielo a comandare è necessario che vi siano più sudditi che sovrani. Ma torniamo seri. Nel corso della creazione, sembra che la natura si sia dilettata molto con il colore rosso. Esso predomina nei piaceri dell'immaginazione, perché tutto ciò che è bello, gradevole ed eccelso possiede questo colore. Il bell'arcobaleno, la graziosa rosa e le affascinanti labbra e gote della bellezza stessa sono degli esempi. Il sublime sole, la fonte di luce e calore, è rosso, così come il fuoco, il potente signore dell'universo. I fiori più belli e sgargianti e i frutti più deliziosi (le arance, le mele, le pesche) sono di questo colore. Anche nel regno animale predomina il rosso, come ad esempio nel re degli animali, il leone. Fra i minerali l'oro, che è rosso, regna su tutti i metalli.
Ma andiamo avanti. Adamo, il progenitore dell'umanità, era rosso, così come Giove, Apollo e Venere, le più grandi e belle divinità del Pantheon di Roma. Oltre alla mitologia, abbiamo anche la storia. Sansone derivava il suo potere erculeo dai suoi capelli rossi e il destino dell'impero di Atene dipese da un capello rosso di Niso. Per venire a tempi più vicini a noi, vediamo che i più grandi uomini e donne avevano i capelli rossi. Tra militari e avvocati, sovrani e sudditi, filosofi o uomini di genio in altri campi, se ne trovano in gran numero.
L'Inghilterra ci offre molti esempi tra i sovrani. William Rufus, così chiamato per i suoi capelli rossi, iniziò a regnare nel 1087 e sebbene non fosse amato dai suoi sudditi, fu comunque un uomo dall'intelletto superiore. Fu durante il suo regno che cominciarono le crociate, un monumento alla follia umana. Ciò che resta del suo genio architettonico sono Westminster Hall e il London Bridge, entrambi costruiti sotto sua indicazione. La Torre venne iniziata da lui e finita verso la fine del XIV secolo da Riccardo II. William Rufus fu ucciso da Sir William Tyrel, che mirava a un cervo che passava davanti a lui.
La regina Elisabetta è un altro esempio. Ella fu uno dei più celebrati e abili sovrani che abbiano mai stretto in mano il grande scettro d'Inghilterra. è vero, fu crudele verso la sfortunata Maria di Scozia, ma quale figlio del genio non è eccentrico e pieno di manie? è inutile ripercorrere le sue imprese di grandezza intellettuale, poiché tutti conosciamo la storia di questo famoso regno. Citando a memoria potrei commettere degli errori, ma è necessario osservare che lei fu patrocinatrice delle due più grandi stelle che abbiano mai illuminato la letteratura inglese. Mi riferisco a Spenser e a Shakespeare, e quest'ultimo è un esempio della mia posizione, se la memoria mi aiuta. In Shakespeare osserviamo un figlio della natura, del genio intuitivo, che è sufficiente per superare tutte le teorie metafisiche circa il genio come risultato di intensa applicazione e fortuna. Shakespeare ha rappresentato la natura umana meglio di qualsiasi altro uomo mai vissuto. Una lode più alta non è necessaria, né può essere fatta.
Milton, a cui la musa del Leviatano ispirò il poema Paradiso perduto, è un altro esempio dell'esattezza della mia teoria. Nessuna penna come la sua ha saputo descrivere la sublime catastrofe della caduta dell'uomo in maniera così splendente e potente. Come un mago, egli evocò la battaglia dell'esercito benedetto, e rappresentò Satana seduto e circondato dai suoi pari nel suo regno oscuro e tra il tripudio dei demoni e le sonore risate infernali. Ma non voglio risultare noioso, per cui passerò alla Francia e darò un altro esempio o due di capelli rossi in grandi uomini. L'illustre La Fayette, com'è noto, aveva i capelli di questo colore. Egli rinunciò liberamente agli splendori di una delle corti più raffinate del mondo per combattere una guerra nella selvaggia America, spinto solo dal desiderio della libertà degli schiavi e del bene dell'umanità. Il suo splendido genio gli ha procurato fama immortale. Mi è stato detto che i capelli di Bonaparte tendevano a questo colore, ma non garantisco la veridicità di quest'affermazione. Mi ero dimenticato di nominare l'inglese Daniel Defoe. Fu un uomo di straordinario genio. Per mancanza di spazio, sorvolerò sui grandi uomini di grande intelletto in Scozia, in Germania e nel nostro paese. I capelli dell'immortale Jefferson erano rossi. Se la memoria non m'inganna, anche i capelli del Generale Jackson, in gioventù, tendevano a questo colore, ma è inutile portare altri esempi, perché se il lettore osserverà i grandi del suo Paese, troverà prove sufficienti.
A questo punto porterò l'esempio più alto e più nobile che la natura umana si possa permettere. Non è altri che il Salvatore dell'umanità, il cui genio divino ha eclissato e stupito i più dotti e illustri dottori greci. Sì, Colui che ha rivoluzionato il mondo ed è morto sul Calvario per i peccati dell'umanità aveva i capelli rossi. Di conseguenza, i poveri uomini non si vergognino di ciò che fu scelto per coprire la testa di un Dio, il Dio Salvatore dell'umanità. Se il lettore ha dei dubbi, che indaghi la storia classica e Lo troverà così descritto dagli storici che lo incontrarono di persona. Dopo questo esempio, è inutile parlare di Saffo, la famosa poetessa greca, e dei molti filosofi greci e romani che hanno illuminato il mondo col loro sapere.
Per concludere, consideriamo la grande massa dell'umanità con i capelli neri e i pochi che hanno i capelli rossi, quindi consideriamo i il gran numero di uomini di genio con i capelli rossi e la proporzione sarà decisamente a favore di questi ultimi. Vale la pena ricordare che ci sono molte eccellenti eccezioni alla regola generale. Ci sono uomini con i capelli neri che possiedono il gioiello del genio, ma in proporzione il loro numero è basso. Il motivo è questo. Il temperamento migliore è il florido, che si trova a metà tra il flemmatico e il malinconico ed è la sede della saggezza. In questo temperamento la carne è più delicata, i vasi sanguigni sono più attivi nel cervello e sulla pelle, il sangue è più puro e più ossigenato, lo spirito è più abbondante e di conseguenza l'intelletto è più sveglio, sensibile e acuto. Questa è la ragione, scrive uno scrittore francese, per cui i capelli rossi diventano grigi più tardi rispetto ai capelli neri, come sa la natura fosse arrabbiata e non volesse distruggere ciò che ha creato con tanto piacere.
Fra tutti gli stolti che nascono, a malapena uno su mille ha i capelli rossi. Finora ne ho incontrato solo uno e, sebbene fosse solo un ragazzo, era molto acuto nelle sue osservazioni e spesso stupiva coloro che lo ascoltavano con i suoi commenti sensati e intelligenti. Sembrava quasi che la natura volesse farne un genio, ma poi, come alcuni scultori, lo avesse rovinato durante il processo. Per quello che riguarda la bellezza, questo fantasma dell'anima è molto attivo nella mente, come tutti i colori. Ogni uomo ha il suo ideale di bellezza e non c'è uno standard. Ma dato che siamo tutti destinati a diventare schiavi della bellezza, come dice lo scrittore francese già citato prima, non è forse meglio essere privati della nostra libertà da catene dorate piuttosto che da corde di canapa e ferri? Il mio standard di bellezza è la mente, un'anima illuminata dall'intelletto. La bellezza personale da sola non è nulla più di un quadro o una statua che presto ci stufiamo di guardare.
MILFORD BARD.
What did the ancient Greeks and Romans think about red hair?
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